Credo che tutti noi lettori, almeno una volta, ci siamo imbattuti in un libro a noi sconosciuto, ma che si è rivelato appassionante. Lo possiamo quasi definire un appuntamento al buio. Il mio appuntamento è stato con Il mercante di seta di Liz Trenow, edito da Newton Compton.
Londra, 1760. La vita di Anne Butterfield sta per cambiare per sempre. Rimasta orfana di madre è costretta ad allontanarsi dalla sua casa natale per essere introdotta nella società londinese. Abituata alla pace del verde Suffolk, la metropoli è fin troppo grande e caotica per lei. In più gli zii sono rigidi e le impongono abitudini consone al loro status sociale. Un giorno Anna, guidata dalla sua passione per la pittura e dopo essere uscita di nascosto da casa, si ferma davanti a un banco di fiori al mercato e si mette a ritrarre ciò che vede. Quel disegno finisce tra le mani di Henri, un tessitore di seta di origini francesi, giunto nella capitale in cerca di fortuna. È l’inizio di un idillio artistico: Henri, colpito dalla bellezza dell’opera di Anna, decide di utilizzarla per le sue nuove creazioni. Eppure il destino di Anna è tutt'altro, lontano dal tormentato mondo dell’arte. Lo zio, infatti, vuole sistemarla facendole sposare un giovane e ricco avvocato. Anna ed Henri dovranno lottare per difendere il loro amore clandestino e le loro aspirazioni.
Iniziato al buio, il mio appuntamento si è illuminato. E' un romanzo interessante non solo per la trama accattivante, ma anche per le descrizioni sempre presenti. La storia è scorrevole e, nonostante sia ambientata nel 1760, ha un linguaggio moderno e antico al tempo stesso, quasi (dico quasi) come quello dei classici. Le descrizioni invece sono affascinanti e fatte sino al più piccolo particolare: dai petali dei fiori alle loro venature, dai gambi alla luce che li colpisce.
Anne, la protagonista, è un'appassionata di disegno, in particolare di soggetti naturali e quando disegna sembra di essere catapultati nel disegno o di averlo davanti in sé per sé e ammirarlo in tutte le sue sfaccettature.
Altrettanto interessanti sono i dettagli della produzione della seta: l'autrice dà un'idea chiarissima di come si svolge questo lavoro passo dopo passo e di quali sono le principali difficoltà, come la poca luce per i ricami piccolissimi.
Ma la protagonista non è solo una disegnatrice o una ragazza curiosa nei confronti dell'arte della seta, è una giovane donna costretta a vivere secondo gli usi e i costumi degli zii, persone della medio-alta società che aspirano ad arrivare molto più in alto. Per questo Anne non può dedicarsi alle sue passioni e approfondire la sua amicizia con Henri, di conseguenza deve adattarsi e pian piano capisce che le regole della società sono restrittive, illusorie, talvolta anche stupide. La scrittrice rappresenta al meglio questa società, con le sue regole, i suoi costumi e i suoi modi di fare.
"Ciascun elemento delle piante era stato rappresentato con tale realismo che le sembrava quasi di poterle sentire sotto le dita: i bordi ruvidi delle foglie di elleboro, il giallo tenue degli stami, le venature dei petali."
Grazie e alla prossima!
Non hai ancora letto la mia recensione de "L'ospite" di Stephenie meyer? Corri clicca qui!!
Nessun commento:
Posta un commento