BALLATA DELL'USIGNOLO E DEL SERPENTE - Suzanne Collins RECENSIONE

Salve lettori! Finalmente ho letto la Ballata dell'usignolo e del serpente di Suzanne Collins, il prequel di Hunger Games edito Mondadori! E' un libro abbastanza bello e scorrevole, ma per svariati motivi non ho potuto dargli un voto alto.



Hunger games, ballata dell'usignolo e del serpente di Suzanne Collins recensione edito mondadori www.libriandlego.blogspot.comTitolo: Hunger Games. Ballata dell'usignolo e del serpente

Autore: Suzanne Collins

Casa Editrice: Mondadori

Prezzo: €22.00

È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l'unica, esile, possibilità di riportarlo all'antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi. I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D'ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l'arena avrà luogo un duello all'ultimo sangue, ma fuori dall'arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.
Il prequel della saga di Hunger Games, Ballata dell'usignolo e del serpente, narra le vicende di Coriolanus Snow, futuro presidente di Panem, alle prese con la difficile e precaria situazione famigliare e con il suo nuovo compito di mentore durante la decima edizione degli Hunger Games. La famiglia Snow infatti è in decadenza a causa della guerra e sta cercando in tutti modi di ritornare in auge, e questo può essere possibile solo grazie a Coriolanus e al suo nuovo compito; purtroppo gli è toccata la ragazza del distretto 12, Lucy Gray Baird, che però si dimostra sin dalla mietitura affabile, con il pubblico dalla sua parte. Il lettore segue le avventure di Coriolanus con piacere, ma non riesce ad individuare una probabile fine della storia. In Hunger Games lo scopo è la partecipazione di Katniss agli Hunger Games e a lungo andare la ribellione; qui invece non si riesce a vedere la fine del tunnel: il romanzo finisce con l'ascesa al potere di Coriolanus o in un altro modo? Non si sa, e questo è sia un buon aspetto perchè il lettore rimane incollato alle pagine per sapere come va a finire, ma allo stesso tempo può rendere la lettura pedante. Il mio consiglio per leggere questo romanzo quindi è: dimenticatevi tutto ciò che riguarda la trilogia originale, perchè sono romanzi profondamente distanti! 

Per quanto riguarda i personaggi, il protagonista Coriolanus Snow mi è parso un po' in contrasto con ciò che ci viene presentato nella trilogia originale, ma subito nel finale si ritrova il presidente calcolatore contro cui ha combattuto Katniss. Lucy Gray Baird invece è un personaggio non molto approfondito e che a mio parere poteva essere sfruttato meglio ai fini della storia, in quanto ha segnato un tappa fondamentale della vita di Coriolanus; purtroppo di lei abbiamo solo qualche scarsa notizia biografica, bilanciato da un bel delineamento del carattere, in quanto spavalda e determinata.
Come al solito, in relazione a Capitol City, i nomi dei personaggi provengono tutti dal latino; ritroviamo anche cognomi già noti nella trilogia (come Heavensbee o Cardew), ma i personaggi sono talmente tanti che non si riesce a ricordare con precisione tutti i dettagli riguardanti la loro personalità. Solo alcuni hanno una certa rilevanza rispetto ad altri, i quali sono solo personaggi di sfondo. Nonostante questo però è stato bello leggere delle origini della odierna Capitol City, per quanto non venga spiegato come questa sia riuscita a diventare la grande di città che abbiamo conosciuto.

A proposito di Capitol City, bisogna dimenticarsi la città splendente con innumerevoli grattacieli e governata dalla tecnologia. Il romanzo è ambientato ad appena dieci anni dalla fine della guerra, quindi troviamo una Capitol City ancora distrutta che sta cercando di ritornare al vecchio splendore. Allo stesso tempo si assiste a degli Hunger Games rozzi e primitivi: non c'è la solita arena ultratecnologica e attrezzata, non vi è la Cornucopia piena di armi o cibo, non abbiamo i soliti rilevatori iniettati nel braccio; a questo si accompagna la mancanza dell'addestramento e della sfilata dei tributi e soprattutto la mancata ossessione da parte degli abitanti di Capitol City per i giochi, come anche l'assente partecipazione dei distretti. Infatti, la decima edizione è proprio quella in cui vengono introdotti gli sponsor e in cui si inizia la lenta trasformazione degli Hunger Games da una semplice punizione a un vero e proprio reality show da guardare obbligatoriamente. Purtroppo gli Hunger Games vengono molto tralasciati in questo romanzo, che vuole sottolineare più che altro la crescita del protagonista e ciò che gli è accaduto affinché diventasse il vero e proprio presidente Snow. Attenzione però, non si ha la totale trasformazione di Coriolanus nel solito cattivo della storia, anzi il presidente Snow è un personaggio contorto che ha solo un modo di pensare differente dal normale, non il solito villain. E' abbastanza difficile entrare in sintonia con lui, proprio perchè diverso e atipico.

Il più grande aspetto negativo che ho ritrovato nel romanzo sono stati i colpi di scena. A mio avviso infatti solo alcuni sono imprevedibili, mentre altri non mi hanno stupito affatto. Per dirla in parole povere, sono colpi di scena che non mi hanno trasmesso niente, nemmeno un piccolo briciolo di avventura o trepidazione, sembrano essere messi lì per il semplice buon andamento della storia, anziché per destabilizzarla. Sarà perchè conoscevo già il destino di Snow? Non so, forse sì forse no. Fatto sta che non mi hanno colpito e non mi sono piaciuti. Non è un romanzo noioso, ma si poteva fare di meglio.

Parlando di aspetti negativi, questo è un romanzo molto diverso da Hunger Games anche per l'azione, infatti è un libro molto più statico, che vuole analizzare profondamente il personaggio di Snow (tralasciando anche gli altri personaggi, vedi Lucy Gray). Per questo non bisogna aspettarsi un romanzo sulla scia avventuriera e intrepida della trilogia originale, perchè molto differente e si sofferma più sul punto di vista psicologico che dell'azione.

Se avete letto la trilogia originale saprete perfettamente come lo stile di Suzanne Collins sia scorrevole, quindi questo è un romanzo perfetto per un divoratore di libri. La differenza da Hunger Games però è che qui l'autrice si serve della terza persona, nonostante il punto di vista sia sempre focalizzato su Coriolanus, sulle sue azioni e sui suoi pensieri. Il lettore quindi conosce perfettamente tutto ciò che il protagonista pensa, così da delineare un buon profilo del personaggio.

Vi consiglio di leggere questo romanzo, soprattutto se avete letto e adorato la trilogia originale (non fate l'errore di leggere prima questo e poi la trilogia!!!). Ero molto spaventata prima di iniziarlo, perchè avevo paura di essere delusa, quindi vi do un altro consiglio: avete paura che vi deluda? Allora iniziate a leggere questo romanzo con aspettative basse, così magari non vi delude troppo (risate di sottofondo).
Non è certamente il miglior romanzo del secolo e rimango sempre dell'idea che la storia di Katniss è triliardi di volte superiore, ma a mio parere è un libro da prendere con le pinze. Personalmente mi piaciuto (soprattutto il finale e le ultime frasi che mi hanno fatto venire i brividi), il personaggio di Snow mi è sempre piaciuto, ma ora ancora di più!
"Quella che hai conosciuto era l'umanità spogliata di ogni ornamento. I tributi. E anche tu. hai sperimentato come svanisce alla svelta la civiltà. Tutte le tue buone maniere, l'educazione il contesto familiare, tutto quello di cui vai fiero, tutto strappato di dosso in un batter d'occhio fino a rivelare ciò che sei realmente. Un ragazzo con la clava che picchia a morte un altro ragazzo. Questa è la razza umana allo stato di natura."
⭐⭐⭐ .5

Ora passiamo alla parte con spoiler!


ALLERTA SPOILER


Come ho già accennato sopra, il personaggio di Coriolanus Snow è controverso e inizialmente molto diverso dal presidente che deve affrontare Katniss. La famiglia Snow è in decadenza, ma Coriolanus ha affianco sua cugina Tigris, aspirante stilista, colei che insieme alla nonna costituisce la sua famiglia, colei che fa di tutto per tenerlo in vita e rendere la sua vita migliore. Il rapporto tra Coriolanus e la cugina è molto intenso, quasi di pura fratellanza, infatti cercano di salvarsi e di proteggersi a vicenda. Sarebbe stato molto interessante leggere in maniera più approfondita di Tigris e dell'evolversi del loro rapporto, dato che, come abbiate capito, il personaggio di Coriolanus subisce una trasformazione. Inoltre credo fermamente che la Tigris del prequel sia la Tigris da cui Katniss e gli altri si rifugiano ne Il canto della rivolta, ma magari questo lo approfondiamo in un altro post!


Un altro aspetto interessante è il totale disprezzo per i distretti da parte di Capitol City. Sin dalla trilogia originale si evince come ci sia una profondissima disparità tra il popolo dei distretti e gli abitanti di Capitol City, tant'è che non si conoscono a vicenda, arrivando a disprezzarsi. Nella Ballata dell'usignolo e del serpente il "disprezzarsi" arriva quasi ad essere razzismo nei confronti della popolazione proveniente dai distretti; un esempio è il personaggio Seianus Plinth, quasi amico di Coriolanus, il cui padre ha comprato il loro arrivo a Capitol City. Perché quasi amico? Perché Coriolanus lo disprezza, non riesce ad accettare l'idea che uno dei distretti possa vivere a Capitol City e soprattutto avere più successo, fama e denaro di lui, fino ad arrivare a tradirlo per il bene del paese, ma soprattutto dei suoi personali interessi. E' stato molto intrigante leggere di questo particolare del pensiero di Coriolanus, nonostante non bello, perchè qui si evince il vero e proprio presidente Snow: meschino, egoista, calcolatore, desiderante tutto il potere nelle sue mani. Allo stesso tempo si conoscono le emozioni e i pensieri di Seianus, il quale non è in sintonia con la sua nuova vita ed è stato soggetto anche ad atti di bullismo. Questa situazione ricorda molto l'immigrazione, ma non viene più di tanto approfondita dall'autrice, e, come altri temi che potevano fungere da spunti di riflessione, viene abbandonato.

La disparità tra Capitol e i distretti viene ancora più accentuata quando Coriolanus giunge nel distretto 12 per diventare Pacificatore, infatti si rende conto di come gli Hunger Games non abbiano molto seguito per la mancanza di tecnologia e dispositivi adatti per vederli, ma anche per problematiche più importanti come la fame. Dalla fine del romanzo si può capire come sia stato il futuro presidente Snow a ideare il vero e proprio meccanismo degli Hunger Games, non solo diventando una punizione per i distretti, costretti a vederli, ma anche donando cibo e ricchezze al distretto in caso di vittoria. Questo è stato uno dei punti a favore di questo romanzo, ovvero assistere alla trasformazione dei giochi in ciò che ritroviamo nella storia di Katniss.

Ma dopo tutti questi aspetti interessanti, passiamo a una piccola nota dolente: le canzoni.
Lucy Gray Baird è una cantante, quindi mi sembra abbastanza ovvio ritrovare nel romanzo qualche canzone, proprio come nella trilogia; il problema è che qui le canzoni diventano troppe, e a mio avviso è molto difficile leggere canzoni senza un accenno di melodia, tanto che diventa anche fastidioso. Non è un aspetto che dispiace, se le canzoni sono poche, ma nel libro vengono anche ripetute e a lungo andare diventa noioso. Ritroviamo anche la famosa canzone che Katniss canta a Rue nell'arena e "L'albero degli impiccati": è bello leggere dell'origine di queste canzoni (soprattutto la storia che c'è dietro "L'albero degli impiccati"), ma avrei preferito rimanessero una prerogativa della trilogia originale, infatti Coriolanus conosce benissimo queste canzoni, ma nella trilogia non si fa mai un accenno a questa conoscenza (eppure Katniss ha cantato a Rue davanti alle telecamere).

Ma ora passiamo a ciò da cui il romanzo prende il nome, ovvero la storia d'amore tra Lucy Gray Baird e Coriolanus Snow.
E' una storia molto classica, ma particolare per il fatto che nasce tra un tributo e il suo mentore, tanto che Coriolanus arriva ad infrangere le regole per tenerla in vita. Un radicale cambiamento di questo idillio si ha nel finale, quando dopo il ritrovamento dell'arma del delitto Coriolanus capisce che ciò che lo ferma dall'ascesa al potere è l'unica testimone del delitto, ovvero la sua fidanzata. La situazione si capovolge drasticamente e Coriolanus fa di tutto per eliminare Lucy Gray. E' qui, in questo momento che a mio avviso si ha la totale trasformazione di Coriolanus nel presidente Snow.
Non a caso il finale è la parte che più mi ha colpito, infatti il personaggio di Coriolanus in certe vicende non mi va proprio a genio perchè non rispecchia il vero presidente Snow, per atteggiamenti e pensieri, ma nel finale subisce una trasformazione profonda. Questo cambiamento l'ho notato anche nello stile dell'autrice, la quale si riferisce al protagonista per tutta la durata delle vicende con il suo nome proprio Coriolanus, mentre nell'epilogo inizia a chiamarlo solo ed esclusivamente Snow. Adesso, non so se questa è una semplice coincidenza, ma è un particolare che ho molto apprezzato per il semplice fatto che Coriolanus non è mai riuscito ad identificarsi con la famiglia Snow, né tantomeno a comprendere il famoso detto di famiglia "Gli Snow si posano in cima, come la neve", mentre nella parte finale è proprio lui a ribadire questo:
"Anche se Snow non riusciva a non sperare che, mentre esalava l'ultimo respiro, il decano capisse ciò che avevano capito molti altri quando l'avevano sfidato. Ciò che tutto Panem un giorno avrebbe saputo. Ciò che era inevitabile. Gli Snow si posano in cima."
Nonostante la relazione con Lucy Gray sia stata un pezzo fondamentale della vita del protagonista, tanto da determinare alcune sue scelte e quindi il suo stesso futuro, sembra essere totalmente dimenticata dal presidente, sia nell'epilogo e poi nella trilogia.

Ammetto che si sa ben poco della vita del presidente grazie ad Hunger Games, ma dato che non ci sono accenni a Lucy Gray (tranne per il fatto che il distretto 12 abbia avuto un vincitore a parte Haymitch) e Snow sembra aver dimenticato tutto, canzoni e Lucy compresa, avrei preferito che il prequel fosse impostato in maniera diversa, magari senza questa inutile storia d'amore, infatti a mio parere ciò che ha cambiato Coriolanus è stato il rapporto con la professoressa Gaul, con Seianus e con i distretti, non di certo l'amore per Lucy. Sarebbe stato molto più bello leggere della sua ascesa a presidente, o anche la sua vita da ragazzo senza elementi futili ai fini della vicenda.

E voi cosa ne pensate? Avete già letto la Ballata dell'usignolo e del serpente?

A presto,
Claudia

2 commenti:

  1. Eccomi qui, anche se un po’ in ritardo ahah Anch’io ho trovato Lucy Gray meno definita rispetto a Snow, però io ho apprezzato la maniera in cui è stato delineato il protagonista, l’ho visto molto calcolatore... in fondo, ha soli 18 anni in questo libro, mi è sembrato un buon “pre” Presidente Snow XD Comunque, io credo, per quanto riguarda la questione delle canzoni, che Snow, nella trilogia, abbia comunque provato fastidio (visto che sono stati tra i momenti in cui ha più “temuto” Katniss) e che, per com’è il suo personaggio adulto, sia normale che non abbia esplicitato questi ricordi, visto che, da Presidente, tende molto a “nascondere” determinate cose... Comunque (il secondo del commento xD), bella recensione :3

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    1. Grazie mille! Sì, diciamo che ci sta il fatto che il presidente Snow abbia provato fastidio nel sentire le canzoni, ma sarebbe stato comunque più bello farne nota nella trilogia!

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