Salve divoratori di libri! Come sapete il mese scorso ho sostenuto l'esame di maturità, ma nonostante questo ho continuato a divorare libri, anzi più che divorare direi assaggiare! Infatti per quasi tutto il mese di giugno ho letto La banalità del male di Hanna Arendt edito Feltrinelli. E' stata una lettura molto impegnativa, ma anche interessante.
Titolo: La banalità del male
Autore: Hanna Arendt
Casa Editrice: Feltrinelli
Prezzo: €12.00
Otto Adolf Eichmann, figlio di Karl Adolf e di Maria Schefferling, catturato in un sobborgo di Buenos Aires la sera dell'11 maggio 1960, trasportato in Israele nove giorni dopo e tradotto dinanzi al Tribunale distrettuale di Gerusalemme l'11 aprile 1961, doveva rispondere di 15 imputazioni. Aveva commesso, in concorso con altri, crimini contro il popolo ebraico e numerosi crimini di guerra sotto il regime nazista. L'autrice assiste al dibattimento in aula e negli articoli scritti per il "New Yorker", sviscera i problemi morali, politici e giuridici che stanno dietro il caso Eichmann. Il Male che Eichmann incarna appare nella Arendt "banale", e perciò tanto più terribile, perché i suoi servitori sono grigi burocrati.L'autrice Hanna Arendt racconta al lettore il caso Eichmann, dal rapimento alla fine del processo, raccontandone le incongruenze e le polemiche; l'autrice racconta anche di come funzionava l'apparato nazista, e di come pian piano è stata presa in considerazione l'idea della soluzione finale. Eichmann era implicato in tutto questo?
Adolf Eichmann era il capo dell'ufficio IV-B-4, l'ufficio che si occupava degli affari ebraici, quindi sì, era implicato, ma non ha mai preso parte a decisioni importantissime (si intende come ideatore della soluzione finale) in quanto non era nè una persona molto influente, ma nemmeno un semplice funzionario. Hanna Arendt ci mostra la vita di Eichmann attraverso gli eventi più importanti, e fa capire al lettore come fosse una persona normale e soprattutto mediocre. Per questo si arriva a dare come titolo del saggio La banalità del male, perchè le azioni sono malvagie e spietate e indicibili, ma chi le compie è perfettamente normale, e tutto questo a causa di un meccanismo di deresponsabilizzazione.
L'autrice non solo si occupa di spiegare perchè effettivamente Eichmann è stato considerato colpevole, ma allo stesso tempo illustra i difetti del processo, dall'accusa alla difesa, passando dai giudici ai testimoni. Con questo l'autrice mostra come effettivamente il concetto di crimini contro l'umanità non era ancora ben assimilato, e la mancanza di strumenti adatti al processo di un crimine del genere ha fatto sì che ci fossero difetti e incongruenze nel processo, nonostante, come spiega la Arendt, la morte di Eichmann fosse già scritta dall'inizio.
Nonostante questo sia un libro necessario, il quale spiega vicende cruciali della storia, e quindi importante, la lettura non è stata affatto facile. A mio avviso occorre molta concentrazione e pazienza per leggere questo saggio, in quanto l'autrice a volte si dilunga su vicende che non riguardano direttamente e da vicino il caso Eichmann, ma servono a creare un contesto utile al fine di capire il processo; di conseguenza si tende a perdere concentrazione. Alcuni punti infatti li ho trovati molto più interessanti e scorrevoli rispetto ad altri, soprattutto i capitoli iniziali (capitoli 1-6) e quelli finali (capitoli 14-16). I capitoli centrali li ho trovati più lenti, anche perchè la Arendt descrive il meccanismo della deportazione analizzando i casi dei singoli paesi. Però rimane sempre un saggio interessante e utile per capire la storia.
Vi consiglio questo libro se siete interessati al tema e alle tematiche, ma vi consiglio anche di armarvi di grande pazienza!
"Era come se in quegli ultimi minuti egli ricapitolasse la lezione che quel suo lungo viaggio nella malvagità umana ci aveva insegnata - la lezione della spaventosa, indicibile e inimmaginabile banalità del male"⭐⭐⭐
A presto,
Claudia
Come tematica mi interessa molto, ma mi sembra di capire non sia una lettura molto adatta al periodo estivo 🙈
RispondiEliminaE' una lettura da fare con calma, quindi non la consiglierei molto per l'estate!
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