"Sonderkommando Auschwitz" di Shlomo Venezia | Recensione di una storia straziante

Salve lettori! Nell'occasione della giornata delle memorie due mesi fa ho letto Sonderkommando Auschwitz di Shlomo Venezia edito BUR Rizzoli. Un libro autobiografico che narra della storia di Shlomo Venezia nei campi di concentramento.


Titolo: Sonderkommando Auschwitz
Sonderkommando Auschwitz di Shlomo Venezia edito BUR Rizzoli recensione www.libriandlego.blogspot.com

Autore: Shlomo Venezia

Case Editrice: BUR Rizzoli

Prezzo9.50 cartaceo, €6.99 ebook

Shlomo Venezia, ebreo di Salonicco, di nazionalità italiana; è uno dei pochi sopravvissuti del Sonderkommando di Auschwitz-Birkenau, una squadra speciale selezionata tra i deportati con l'incarico di far funzionare la spietata macchina di sterminio nazista. Gli uomini del Sonderkommando accompagnavano i gruppi di prigionieri alle camere a gas, li aiutavano a svestirsi, tagliavano i capelli ai cadaveri, estraevano i denti d'oro, recuperavano oggetti e indumenti negli spogliatoi, ma soprattutto si occupavano di trasportare nei forni i corpi delle vittime. Un lavoro organizzato metodicamente all'interno di un orrore che non conosce eccezioni: il pianto disperato di un bimbo di tre mesi, la cui madre è morta asfissiata dal gas letale, richiama l'attenzione del Sonderkommando, lo scavare frenetico tra i corpi inanimati, il ritrovamento e subito dopo lo sparo isolato della SS di guardia che ammutolisce per sempre quel vagito consegnandolo alla storia. Per decenni l'autore ha preferito mantenere il silenzio, ma il riaffiorare di quei simboli, di quelle parole d'ordine, di quelle idee che avevano generato il mostro dello sterminio nazista ha fatto sì che dal 1992 abbia incominciato a parlare, e quei racconti sono la base della lunga intervista che è all'origine di questo libro.

Ho iniziato questo libro consapevole delle migliaia di emozioni che mi avrebbe scatenato. E' un libro che ti distrugge, che ti fa sentire inutile di fronte a ciò che è accaduto, inerme, impotente, perchè l'unica cosa che possiamo fare è provare empatia, compassione, ricordare e cercare di fare in modo che questo non si ripeta (anche se sembra che sia stato inutile per tutto questo tempo).

Shlomo Venezia ci racconta la sua vita dall'infanzia a quando finalmente ha deciso di parlare: ci descrive come gli italiani in Grecia ricevessero rispetto per il loro essere italiani, e come questo riguardo e rispetto sia sparito con la conquista prima fascista e poi nazista del paese. Ci racconta del momento della deportazione, quando furono catturati quasi con l'inganno, del lunghissimo viaggio in treno in condizioni disumane, di come arrivarono al campo e furono divisi e scelti per diventare Sonderkommando, ovvero coloro che avevano il compito di accompagnare gli ebrei nelle camere a gas e dopo trasportare i cadaveri ai forni crematori. Ci racconta della crudeltà dei nazisti, di come per loro fossero solo animali, oggetti portati lì per essere distrutti. Si prendevano le loro ricchezze, la loro speranza, la loro felicità.

Il libro è completamente permeato dalla disperazione di queste persone, che tutto erano tranne persone. Angoscia, tristezza, ma non per questo Shlomo Venezia ha mai perso la speranza, infatti è stata questa, come anche l'aiuto reciproco tra le persone del campo, che è riuscito a sopravvivere. Il lettore viene completamente colpito da tutte le situazioni che si presentano, perchè sono incredibili ed è quasi impossibile crederci. 

Le storie perdute di questo libro, che non molti conoscono, sono narrate da un sopravvissuto che ha visto di persona l'orrore di Auschwitz-Birkenau, ha sperimentato sulla sua pelle cosa vuol dire perdere la dignità e prendere in mano un cadavere. Per questo è un romanzo potente e importante che tutti dovrebbero leggere, anche perchè molto spesso non si parla molto della figura del Sonderkommando.

Vi consiglio assolutamente questo libro, è potente, triste ma necessario.

"Non ho più avuto una vita normale. Non ho mai potuto dire che tutto andasse bene e andare, come gli altri, a ballare a divertirmi in allegria... Tutto mi riportava al campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito torna sempre nello stesso posto. E' come se il "lavoro" che ho dovuto fare laggiù non sia mai uscito dalla mia testa...  Non si esce mai, per davvero, dal Crematorio."

⭐⭐⭐⭐⭐

A presto,

Claudia


 


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