Buongiorno divora libri! Oggi vi porto la recensione di un libro (in lingua inglese) che già vi preannuncio non mi è piaciuto per niente. Si chiama The Curse of the Cole women di Marielle Thompson edito Alcove Press e la data di pubblicazione è prevista per il 2 dicembre di quest'anno.
The Cole women are cursed. Each generation will birth a daughter, lose their love, and, as surely as the tide beats against the rocky shore, take her own life by giving herself to the sea. For generations, the Cole women have lived as outcasts, maintaining a lighthouse on a small island off the coast of New Hampshire. Ever since their ancestor was accused of witchcraft and cast into the sea hundreds of years prior, the islanders have ostracized the Coles, distrusting their rumored magic and their control of the lighthouse. Despite their mistreatment, the Cole women are compelled to remain on the island because they know that if a Cole woman does not light the beacon on Juniper Island, anyone who is out at sea will be drowned. Out of guilt and obligation, the Cole women live out their solitary lives on the island, knowing someday their recompense for protecting the people from the sea will be to die in the sea themselves. Told in three interwoven timelines in the late twentieth century, The Curse of the Cole Women unravels the lives of three women who struggle with their relationships with each other as they contend with the reality of their fates—is it truly a curse, or is it generational madness that drives Cole women to the sea?
Sono stata ingenuamente catturata dalla trama, che presenta un romanzo abbastanza accattivante incentrato su una presunta maledizione che ha colpito le donne della famiglia Cole. La narrazione è corale e si seguono le vicende di tre differenti donne (rispettivamente nonna, madre e figlia) che si approcciano in maniera differente alla maledizione. Ovviamente le loro storie si intrecciano a quelle del villaggio, e viene mostrato come il pregiudizio cade su di loro per generazioni, salvo qualche abitante che con il tempo diventa loro amico.
Paradossalmente, ho apprezzato questo modo di narrare, parallelo nei diversi anni, facendo vedere come le storie delle donne della famiglia si evolvono in maniera differente dato anche il periodo storico. Quello che però non è saltato all'occhio è la differenza a livello caratteriale delle protagoniste. Apparentemente sembrano tutte uguali e non mostrano segni distintivi, se non le diverse relazioni che intrecciano. I dialoghi sono molto fini a loro stessi e non sono utilizzati per la caratterizzazione dei personaggi. Alla fine, se non fosse per il cambio temporale lungo l'arco narrativo, può sembrare che la protagonista sia sempre una sola.
Veniamo ora alla pecca più grande. Il romanzo è costantemente ripetitivo. Solo nella prima ventina di pagine la maledizione viene ripetuta almeno una decina di volte, appesantendo la trama, e ciò continua per tutto il libro. A ogni passaggio, a ogni pagina viene sempre ricordato che queste donne sono vittime di ciò che le attende.
Dato queste continue reiterazioni, mi aspettavo un finale più esplosivo e decisivo che invece non c'è stato. Anzi, viene presentato in modo molto piatto e ovvio e mi ha fatto semplicemente dire: "tutto qua?".
Lo stile di Marielle Thompson è molto semplice e poco descrittivo. Il romanzo è narrato in terza persona ma vengono sfruttati molto i dialoghi e i pensieri dei personaggi. Nonostante ciò le continue ripetizioni rovinano un po' il tutto e tolgono gusto nel leggerlo.
Insomma, è stata una grande delusione, nonostante avesse un buon potenziale.
⭐⭐
A presto,
Claudia
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